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Attualità mercoledì 29 aprile 2015 ore 18:46

Lotta biologica alla mosca olearia

Oliveto biologico? Si grazie. Dopo la non felice raccolta del 2014, si è scelto di intraprendere una strada diversa



LUCCA — La scorsa stagione, secondo quanto determinato dagli esperti, ha visto una proliferazione straordinaria della mosca olearia, causata dalle condizioni meteo, che, al contempo, hanno anche causato una ridotta nascita di olive. I due fattori - alto numero di mosche oleare e poche olive - uniti, hanno avuto l'effetto di ridurre considerevolmente la produzione di olio nel 2014 che ha toccato valori molto negativi. 

"Si tratta di condizioni che non si presentano tutti gli anni - spiegano alla Cia Toscana Nord - ma è altresì vero che, con i cambiamenti climatici in atto, è necessario ripensare le coltivazioni in modo da poter arginare i danni in eventuali altre annate difficili".

Ecco, quindi, che sono partiti alla Fattoria Colleverde di Matraia, i lavori di piantumazione di esemplari di Inula Viscosa sui circa 15 ettari di oliveto biologico dell'azienda.

L'Inula Viscosa è una pianta spontanea, diffusa sulle scarpate di tutte le regioni costiere del Mediterraneo ed è preziosa grazie alle sue molteplici proprietà, che, per quanto concerne gli olivi, la vede come 'casa' invernale di un insetto, l'Eupelmus Urosonus, che è un parassitoide polifago, il quale rappresenta, di fatto, il più attivo antagonista naturale della mosca olearia, grazie alle sue due-tre generazioni annue.

"Ovviamente – afferma la Cia Toscana Nord – la sola presenza dell'Eupernus Urosonus non è sufficiente da sola a combattere i forti attacchi di mosca dell'olivo, ma la sua azione può essere determinante in associazione ad altre forme di lotta biologica e in concomitanza con altri insetti benefici ospiti di piante, la cui presenza dovrebbe garantire una maggiore biodiversità ai nostri oliveti, quali fichi, mirti, cardoni e perfino le tanto famigerate infestanti". 


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